Thursday, August 23, 2007

L'antica danza


Tre giorni che non ti respiravo, Trieste mia


Tre giorni a guardarti dai vetri appannati, avvolta nel tuo mantello di ghiaccio e di neve.

Bella, inavvicinabile, affascinante.


Tu stavi oltre il vetro ma non volevi lasciarmi sola.

E allora la tua bora si e' insinuata tra gli infissi,

facendo dondolare le tende e portandomi refoli che odoravano di terra indurita.

Hai picchiato alle mie finestre con granelli di ghiaccio,

ma appena ho cercato di aprirti la porta hai esagerato con il tuo vento impetuoso

ed i vetri si sono richiusi.


Tu di la, io di qua,

a guardarti dal vetro appannato scintillare negli alberi, nelle strade,

in un silenzio rotto solo dalle grida del vento.


Ferma nel tempo hai ripetuto una danza antica con cui alle volte inviti gli umani a corte.

Ma nessuno conosce più l'antica danza che li spaventa.


Allora tu hai ripreso l'abito di sempre,

hai rallentato le tue frenetiche piroette, ti sei spogliata del bianco mantello,

sei tornata quella di tutti i giorni.

Io ho aperto le finestre, ho percorso le tue strade ti ho di nuovo respirata.


Mi resta il rimpianto di non aver saputo danzare con te,

nelle tue strade ghiacciate tra le braccia del tuo possente vento,

l'antica danza dell'inverno di Trieste.

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