Thursday, August 10, 2006

La Strega

La Strega camminava veloce nella via, il viso tutto arrotolato in mille rughe di rabbia, la veste nera spazzava il marciapiede battuto dai piedi furiosi che avanzavano, uno di seguito all'altro, con rabbiosa frenesia, nel vano tentativo di fuggire da se.

Lo scettro di un tempo, l'amata scopa, penzolava di lato, legata in vita con una fusciacca grigia e seguiva mestamente la padrona che procedeva senza una meta, avvolta da una nube di livore e disperazione.

Lei era una Strega, ma nessuno vedeva la Strega che era in lei, tutti vedevano solo una donna grigia, rabbiosa, lunatica.
La splendente e magica Strega che le sonnecchiava dentro non la vedeva nessuno.
Ormai nemmeno lei credava più di essere una Strega, ma una donnetta qualunque senza passato, senza futuro, in un presente immobile che la soffocava e che non riusciva a vivere.

La rabbia, il livore, le facevano chinare la testa e affrettare sempre di più il passo verso il nulla.

Ma poi un uccello gorgheggiò e un bambino disse : Mamma, guarda, una strega !
Il bimbo ricevette un sonoro manrovescio dalla madre e l' ammonimento ad esser più rispettoso con i vecchi.
Quel ceffone la risvegliò, nelle lacrime del bimbo rivide tutti i suoi passati e contemplò i suoi fantastici, poliedrici futuri.

Alzò lo sguardo dal marciapiede verso il cielo e i suoi occhi si riempirono di blu, afferrò la scopa e la saggina brillò come fili d'oro, la sua veste nera divenne luccicante come una rara seta orientale, il volto si distese e ricomparve il suo antico, estatico, sorriso e allora, solo allora, si ritovò:

Lei era una Strega !

Salì sulla sua scopa e volò, finalmente in alto, nel cielo amico, donando al bambino la vittoria della fantasia sul perbenismo e regalando alla scettica madre la possibilità di credere ancora nelle Streghe.

la
gennaio 2001

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